S. Sebastiano Martire – Ferla (SR)
Nell’incantevole scenario barocco della cittadina di Ferla, si svolge una della feste più belle del siracusano, animata dalla spettacolarità dell’uscita, ma soprattutto da una grande presenza di fedeli e devoti.
La statua di S. Sebastiano, Patrono di Ferla, pregevolissima opera del sec. XVI, attira, prima dell’uscita, moltissimi devoti all’interno della chiesa madre, dove viene custodita.
Il simulacro del Santo è già sistemato sul suo artistico fercolo dopo essere stato svelato la sera precedente sull’altare maggiore, evento chiamato “Curruta” di S. Sebastiano, mentre alle sue spalle la nicchia dell’altare maggiore, stracolmo di fiori, rimane vuota.
Appesi alle quattro colonne del fercolo è possibile notare una gran numero di vestitini per bambino, offerti come dono ex-voto di ringraziamento per qualche miracolo, o come atto di affidamento dei bambini a S. Sebastiano da parte dei genitori.
Da registrare anche la presenza di un gran numero di Confraternite e Comitati provenienti da paesi dove si venera il Santo Bimartire, che contribuiscono senza dubbio a creare un clima di festa dal sapore antico-medievale, grazie, ad esempio, al tradizionale abbigliamento (gli incappucciati), agli accessori d’argento (lanterne, crocifissi e bastoni), alle bandiere in damasco riccamente decorati, al suono dei tamburi.
Dopo l’uscita delle rappresentanze, che si dispongono nella strada antistante la chiesa, è la volta della tradizionale “calata dei nudi”, con la caratteristica corsa dei bambini (portatori della varetta delle reliquie) e degli adulti (portatori del fercolo del Santo) su per le scale della chiesa.
Ed ecco l’attesissima “nisciuta”, anticipata dall’uscita della varetta dell’urna reliquiaria portata a spalla dai bambini, tradizionalmente a petto nudo, con una fascia rossa disposta trasversalmente e dei calzoni bianchi con righe rosse lungo le cuciture laterali.
Subito dopo, la coloratissima “nisciuta” del Santo, con lo sparo di migliaia di carte colorate e di ‘nzaareddi, lunghe strisce multicolori che riescono a creare una coreografia unica, sull’esempio delle classiche e spettacolari “sciute” di Palazzolo Acreide.
Lo splendido simulacro di S. Sebastiano è stato accolto dagli spari dei fuochi d’artificio, dalle acclamazioni unanimi dei numerosissimi devoti presenti, e dal battito di mani dei fedeli giunti non solo dalla città, ma anche da fuori.
Inizia subito dopo la processione diurna per le vie del paese.
La sera si svolge una seconda processione, ma il Santo non è più portato a spalla dai devoti ma disposto su un carro con motore; altrettanto per la processione del giorno dell’ottava, al cui termine il simulacro verrà velato e conservato fino alla vigilia della festa liturgica del 20 gennaio successivo.
Testo a cura del nostro collaboratore Daniele Pennisi
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Foto a cura di Vincenzo Zappalà
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