S. Michele Arcangelo – Acireale (CT)

Data della Festa:
29 Settembre

Un anno di attesa e preparativi, ma la festa di S. Michele è finalmente arrivata.
Tanti sacrifici si sono dovuti fare per organizzarla, ma in compenso è riuscita bene come ogni anno; e tutto questa grazie alla devozione dei devoti nei confronti dell’Arcangelo Michele, che il loro amore e la loro gioia gli ha dato la forza ed il coraggio per organizzarla bene.
Ma la vera festa è l’esaltazione dell’amore verso Dio tramite S. Michele ed il trionfo della fede, espressa nella festa estera; festa “barocca” perchè assume tutte le caratteristiche della due grandi feste patronali acesi, che hanno i caratteri definiti “barocchi” nel modo di svolgersi e in tutto il contesto che li circonda.
Questa è la terza festa più importante e caratteristica di Acireale dopo S. Sebastiano e S. Venera, è la festa di uno dei tanti Compatroni della città come S. Sebastiano e la  Patrona S. Venera, soltanto è che questa festa non riguarda tutta la città ma solo il quartiere, ma anche se non gira tutte le strade del centro storico coinvolge lo stesso tutti gli abitanti, in particolare le comunità delle chiesa di S. Giovanni Evangelista, S. Biagio e S. Martino, ci cui S. Michele sosta per un momento di preghiera.
La festa incomincia sin dal primo settembre, quando iniziano i festeggiamenti in chiesa, ma il clou dei festeggiamenti si ha il 29 settembre; fino a qualche anno fa la festa si svolgeva l’ultima domenica di settembre ed il 29 soltanto una festa liturgica in chiesa, mentre da alcuni anni si è deciso di effettuare la festa esterna il giorno della festa liturgica, il 29 settembre, anche se non capita di domenica di di un giorno feriale.
Quindi la mattina del 29 si è svolta la prima svelata del Santo Protettore e Compatrono, dove i maggiori protagonisti, oltre al Santo, sono i numerosi devoti che si stringono ai piedi del Santo Arcangelo per onorarlo e ringraziarlo.
Questo è il momento in cui il Santo si concede ai devoti, appare nel suo completo splendore sull’altare maggiore della chiesa, tra canti e grida di gioia, lacrime di commozione, preghiere incessanti.
La cappella viene lentamente aperta e S. Michele appare, mette i suoi occhi negli occhi dei fedeli devoti, e si crea una specie di un intimo dialogo silenzioso tra il singolo devoto ed il Santo: tutti e due si guardano reciprocamente e quegli attimi sono quelli più intensi di spiritualità e fede; questo intimo dialogo sfocia in molti in lacrime di commozione e grida di gioia ed invocazione verso il Santo Arcangelo.
Lo splendido simulacro viene avanzato sull’altare maggiore e rimane esposto alla venerazione dei fedeli per l’intera mattinata alla venerazione dei fedeli e per le celebrazioni delle S. Messe Solenni.
Nel pomeriggio il simulacro viene sceso dall’altare e viene infine sistemato sul fercolo.
Quest’a festa dunque, come detto poc’anzi, ha i caratteri delle due feste barocche acesi di S. Sebastiano e S. Venera, e quindi hanno molte caratteristiche comune nel loro svolgimento, per esempio la vara ha le ruote in ferro senza sterzo, come i fercoli di S. Sebastiano e S. Venera, l’uscita e l’entrata del Santo avviene di corsa, i devoti indossano un loro abito votivo, e tutto lo scenario è barocco a partire dai palazzi delle strade, dal simulacro, dalla vara e da tutto il contesto che lo circonda; si potrebbe definire una festa dello stile tutto particolare della città di Acireale, è un anteprima delle due feste patronali di S. Sebastiano e S. Venera che si svolgeranno nei mesi successivi.
La sera quindi, dopo la S. Messa Solenne, intorno alle ore 19,00, S. Michele è uscito trionfalmente dall’antica chiesa parrocchiale tra lancio di carte multicolori, campane a festa, fuochi d’artificio, suono della banda musicale, e tanta commozione ed esultanza dei devoti; subito dopo avviene la tradizionale partenza di corsa del fercolo che percorre una curva a gomito durante la corsa, e siccome il “baiardo” del fercolo non ha lo sterzo, i devoti tiratori eseguono la curva trascinando le ruote ferrate spesso con varie sbandate della vara.
Durante la processione il Santo percorre tutte le vie del quartiere facendo visita da tutte le chiesa della zona: per primo sosta davanti il sacrato della chiesa di S. Giovanni Evangelista, poi a S. Biagio ed infine a S. Martino; il Santo arriva davanti a queste chiesa di corsa, proprio ad indicare la gioia del Santo e dei devoti nell’andare incontro a quella comunità spirituale in questione.
In serata, intorno alle ore 22,30, S. Michele rientra in chiesa sempre di corsa, e mentre corre entrando trionfalmente nella piazza antistante la chiesa, esegue una curva in tua traversa per poi entrare in chiesa in marcia indietro, per non dare le spalle ai fedeli, proprio come per S. Sebastiano e S. Venera.
Infine il simulacro viene prelevato dal fercolo e ricollocato nella cappella, e tra grida di gioia e commozione agli occhi, soddisfatti di essere stati per un giorno intero assieme al proprio Santo Protettore, i devoti velano il simulacro del proprio S. Michele, con la consapevolezza che egli non li abbandonerà mai e che sarà sempre presente accanto a loro per proteggerli e pregare per loro ogni giorno della loro vita, ed anche di poterlo rivedere nella festa dell’anno seguente.

Testo a cura di Vincenzo Zappalà

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Foto a cura di Vincenzo Zappalà

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